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Tutta la Valle Arroscia si sta attivando per la 1^ edizione della Notte di Ubaga, in programma giovedì 18 agosto: una serata per promuovere il museo delle maschere di Ubaga di Pieve di Teco ma anche tutti i Musei del Territorio nati intorno al 2000.

L’evento prevede in Corso Ponzoni la dislocazione di vari punti di degustazione di prodotti tipici e di espositori di infusi, piante aromatiche e spezie. Durante il percorso tra i diversi stand, ci sarà la possibilità di scoprire il significato delle Maschere di Ubaga, rappresentanti l’eterna lotta tra Bene e Male.

Le Maschere di Ubaga rinnovano l’eterna contrapposizione tra la morte e la rinascita della natura, l’uso della maschera come mezzo per accostarsi alla mitologia e per evocare un mondo rurale, custode di memorie e costumi primordiali, le cui remote radici sopravvivono in nomi, toponimi, tradizioni e rituali. Perciò il mito è rappresentato dalla “maschera”, la quale ancor prima di essere un’opera estetica rappresenta il mezzo per stabilire un contatto con ciò che sfugge.

Con il linguaggio delle forme e dei colori e con l’ausilio dei simboli, esse evocano immagini di forze cosmiche, anche di virtù e debolezze della natura umana, che formalizzano le categorie del “bene” e del “male”, aventi un’influenza fondamentale sul destino del singolo e della collettività. Nell’idioma ligure pre-latino ubagu è sinonimo di località impervie, esposte a settentrione e inospitali, come lo sono le località dello scosceso versante destro della Valle Arroscia, ma le cui remote radici affondano nel substrato etnico – culturale di quelle primitive tribù di pastori agricoltori che, per circa due millenni, avevano dato vita al culto del monte Bego.