

Con un lavoro in graduale progressione e grazie anche all’apporto dell’Amministrazione Provinciale di Imperia, è stato individuato un sistema di percorsi escursionistici che coinvolge tutta l’area Parco. Tale rete di itinerari di media-lunga percorrenza costituisce base di appoggio anche per la più articolata offerta di passeggiate ed escursioni d’ambito locale, generalmente a carattere giornaliero.
L’Alta Via dei Monti Liguri rappresenta l’arteria principale corrente a nord, che crea relazioni dirette con la GTA e la Via Alpina, i territori confinanti delle province di Cuneo, Savona e il dipartimento francese delle Alpi Marittime, collegato alle valli imperiesi tramite anelli transfrontalieri.
Dal Colle di Nava alla Gola del Corvo, il tracciato dell’Alta Via coincide con quello della Via Alpina; da non perdere le tappe che coinvolgono i massici montuosi del Saccarello-Frontè e del Toraggio-Pietravecchia, senza dubbio fra i più spettacolari dell’intero percorso regionale.
ITINERARI NEL PARCO
- Colle di Nava - San Bernardo di Mendatica
- San Bernardo di Mendatica - Rifugio Sanremo
- Rifugio Sanremo - Rifugio Allavena
- Rifugio Allavena - Gola di Gouta
- Gola di Gouta - Rocchetta Nervina
- Torrente Barbaira
- Foresta di Gouta
- Anello Toraggio - Pietravecchia
- Sentiero degli Alpini
- Monte Saccarello
- Val Tanarello
- Piancavallo
- Cascate dell'Arroscia
- Via delle malghe
- Bosco di Rezzo - Monte Monega (auto + trekking)
- Gola delle Fascette (auto)
Dal Colle di Nava (934 m s.l.m.) si raggiunge il Forte Pozzanghi, in posizione panoramica, e da qui la Colla dei Boschetti (1229 m s.l.m.), lungo la dorsale Arroscia-Tanarello e la SP di collegamento Colle di Nava-San Bernardo di Mendatica.
Dalla Colla si può scegliere di seguire la Provinciale, più diretta e meno variegata dal punto di vista altimetrico.
Difficoltà: facile
Tempo di percorrenza: 3h circa
Dal Colle San Bernardo (1263 m s.l.m.) si sale fra i boschi della Val Tanarello seguendo lo spartiacque del torrente. Superati il Passo e la Cima Garlenda (2141 m s.l.m.) si giunge al Rifugio Sanremo (2054 m sl.m. – incustodito, proprietà CAI Sanremo).
Difficoltà: impegnativo
Tempo di percorrenza: 3h / 3h e 30min circa
Siamo sull’Alta Via dei Monti Liguri, fra la Cima Garlenda e il Monte Saccarello: una cresta lunga più di 4 km, con panorami a 360° sulle Alpi e sul mare. Al Passo del Saccarello (2145 m s.l.m.), l’Alta Via prosegue sulla dorsale di collegamento fra la Valle Argentina e la Val Roia.
Tramite mulattiera si giunge al Passo di Collardente (1601 m s.l.m.) e si prosegue sul lato francese fino alla Bassa di Sanson (1679 m s.l.m.). Fra boschi e radure si superano la Bassa di Marta e la Sella d’Agnaira, per scendere infine a Colle Melosa (1540 m s.l.m.) e al Rifugio Allavena (custodito e attrezzato).
Difficoltà: molto impegnativo (in inverno consigliato solo ad escursionisti esperti, muniti di ramponi e piccozza)
Tempo di percorrenza: 5h e 30min / 6h e 30 min circa
Cime rocciose e boschi di larici ricordano qui i paesaggi dolomitici, anche se ci troviamo a soli 20 km in linea d’aria dal mare. Dal Rifugio Allavena si sale alla Sella d’Agnaira per raggiungere il Passo della Valletta (1909 m s.l.m.); si continua sul versante francese, lungo un sentiero che percorre i fianchi occidentali del gruppo montuoso Toraggio-Pietravecchia.
Giunti al Passo di Fonte Dragurina (1821 m s.l.m.) si torna sul lato italiano e si scende alla Gola del Corvo (1403 m s.l.m.), all’incrocio fra Alta Via dei Monti Liguri e Via Alpina. Arrivati al Rifugio Muratone (incustodito) e al passo omonimo, si continua su strada sterrata fino al Colle Scarassan (1224 m s.l.m.) e si raggiunge il Rifugio Gola di Gouta (1213 m s.l.m. – custodito).
Possibili completamenti dell’itinerario:
1. dalla Gola di Gouta si torna al Colle Scarassan e si prosegue sull’Alta Via che, in altre due tappe, termina a Ventimiglia;
2. si segue la strada per Margheria dei Boschi e il Rifugio Paù (chiuso), poi si scende a sinistra sul sentiero segnalato della Valle Barbaira fino a Rocchetta Nervina;
3. si raggiunge su strada o sentiero il borgo di Pigna, da dove si può proseguire in autobus sino a Ventimiglia.
Difficoltà: impegnativo
Tempo di percorrenza: 5h e 30min / 6h e 30 min circa
Dalla Gola di Gouta (1213 m s.l.m.), il sentiero conduce alla Foresta Demaniale di Testa d’Alpe, che si estende a cavallo del confine con la Francia, con microclimi caratteristici degli ambienti montani, continentali e freddi; continuando verso sud, si incontrano anche resti di costruzioni militari edificate nel corso degli ultimi eventi bellici.
Superata la Fontana dei Draghi (1470 m s.l.m.), il sentiero prosegue su tracciato in posizione panoramica fino alla Fontana Povera (1170 m s.l.m.) e alla strada militare. Da qui si può arrivare a Rocchetta Nervina lungo il sentiero che attraversa la valle del Rio Barbaira.
Difficoltà: facile
Tempo di percorrenza: 2h circa
Da Rocchetta Nervina (230 m s.l.m.) si intraprende la mulattiera che risale la valle del Torrente Barbaira: superata la chiesetta di San Bernardo, si continua fino all’edicola di Santo Stefano, in posizione panoramica sul torrente; lasciato a sinistra il Ponte Cin, si raggiunge il Ponte Paù, dove il Torrente Barbaira forma ameni laghetti. Giunti qui si può proseguire su sentiero segnalato fino al Rifugio Paù e all’Alta Via dei Monti Liguri.
Difficoltà: facile
Tempo di percorrenza: 1h e 30min circa fino ai laghetti
I Boschi di Gouta si raggiungono poco prima dell’abitato di Pigna, attraverso il bivio per la Gola di Gouta (1212 m s.l.m.), dove si trova il rifugio: qui si arriva sullo spartiacque fra Val Nervia e Valle Barbaira, ed è possibile fare escursioni su sentieri e piste forestali.
Attraverso una strada sterrata, si giunge in mezz’ora di cammino al Colle Scarassan (1224 m s.l.m.) e all’Alta Via dei Monti Liguri.
Difficoltà: molto facile
Tempo di percorrenza: 30min circa
Da Colle Melosa (1540 m s.l.m.), raggiungibile da Molini di Triora dopo aver superato la Colla di Langan (1225 m s.l.m.), si può effettuare un magnifico percorso ad anello che interessa alcune fra le principali attrattive dell’area Parco: lo storico Sentiero degli Alpini e il gruppo Montuoso Toraggio-Pietravecchia.
Dal Colle si segue fino al primo tornante la strada battuta per il Monte Grai: si prende poi il sentiero a sinistra, che taglia un pendio roccioso ed entra nel bosco; dopo una lieve discesa ci troviamo all’inizio del Sentiero degli Alpini (vedi itinerario dedicato), costruito sul versante meridionale del Monte Pietravecchia, con tratti scavati nella roccia e punti protetti da cavi metallici.
Superata una serie di tornanti si sale alla Gola dell’Incisa (1685 m s.l.m.), sulla cresta di confine con la Francia. Continuando sul versante italiano, si taglia il fianco nord-orientale del Monte Toraggio e, poco oltre, quello meridionale, sino al Passo di Fonte Dragurina (1821 m s.l.m.). Sulla destra si può fare una breve deviazione per raggiungere la cima del Toraggio (1973 m s.l.m.); tornati al Passo si segue l’Alta Via dei Monti Liguri nella parte francese, toccando una seconda volta la Gola dell’Incisa: si aggira il Monte Pietravecchia e si rientra in Italia attraverso il Passo della Valletta (1909 m s.l.m.). Su strada o sentiero si torna infine a Colle Melosa.
Difficoltà: molto impegnativo
Tempo di percorrenza: 6h / 7h circa per l’intero anello
Fra il 1936 e il 1938 gli Alpini si trovarono nella necessità di aprire, per motivi strategici, un passaggio sul versante sud del Monte Pietravecchia che fosse ampio a sufficienza per consentire il passaggio di vettovaglie e muli carichi di armi: utilizzarono picconi ed esplosivo, in bilico su strapiombi e gole aperte nella roccia, per realizzare l’opera bellica più ardita del Ponente Ligure.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale il sentiero fu abbandonato, ma venne riscoperto dagli escursionisti e ripristinato grazie alle locali sezioni CAI.
Da Colle Melosa si segue la strada in terra battuta per il Monte Grai; giunti al tornante, nei pressi della Fontana Itala, si imbocca a sinistra un sentiero che attraversa l’alveo roccioso di un piccolo torrente. Superato un secondo rio, si sale fino ad un bivio e si continua a sinistra verso il Sentiero degli Alpini: costeggiando i primi bastioni di roccia, si oltrepassa una fonte e si attraversa una breve galleria; il sentiero prosegue con diversi saliscendi, tagliando le bastionate inferiori del Monte Pietravecchia, con tratti scavati nella roccia e altri protetti da cavi d’acciaio.
Si sale poi alla Gola dell’Incisa, fra il Monte Pietravecchia e la cresta nord del Monte Toraggio, percorrendo altri tratti esposti fino ad incontrare l’Alta Via dei Monti Liguri. Giunti sui prati del Passo della Valletta, si abbandona l’Alta Via e si scende sul versante opposto, attraversando la vecchia strada militare: si gira a sinistra e si giunge ad un tornante della rotabile che da Colle Melosa sale al Monte Grai. Trascurando la strada, si scende a destra nel bosco fino ad un’ampia sella, quindi si piega verso nord e si continua a scendere in diagonale tra i larici. Dopo aver attraversato un tratto roccioso, si trova nuovamente la rotabile: seguendola in discesa si ritorna infine a Colle Melosa.
Difficoltà: molto impegnativo
Tempo di percorrenza: 6h circa
IMPORTANTE: prima di partire, visualizza il cartello con l’indicazione dei tratti percorribili
Cartello pericolo Sentiero Alpini
Da Verdeggia (frazione del Comune di Triora, 1096 m s.l.m.) si può salire tramite mulattiere e sentieri fino al Passo di Collardente, sullo spartiacque fra Valle Argentina e Val Roia, e al Monte Saccarello: dall’abitato si raggiungono le Grangie Colombera e, continuando fra i coltivi, le Case Vesignana, dove si trova un ex-caserma.
Si segue poi verso sinistra la rotabile di collegamento Colle Melosa-San Bernardo di Mendatica e si arriva al Passo di Collardente (1601 m s.l.m.), sull’Alta Via dei Monti Liguri. Da qui, fra pascoli e affioramenti rocciosi, si sale fino al Monte Saccarello (2200 m s.l.m.).
Difficoltà: impegnativo
Tempo di percorrenza: 4h circa
Un’interessante escursione parte dalla deviazione per la Val Tanarello che si trova a circa 5 km dal bivio per Viozene, presso Ponte di Nava: si lascia l’auto all’inizio della strada sterrata e si prosegue a piedi, attraversando il Torrente Negrone.
Dopo il Ponte Schiarante si lascia a sinistra una diramazione e si prosegue lungo il percorso del Tanarello; si superano i ruderi in Località Isola e, lasciata sulla destra la strada per Maddalena Soprana, si continua fino al Ponte Tanarello (1041 m s.l.m.): da qui, deviando a sinistra, si raggiunge San Bernardo di Mendatica (1263 m s.l.m.), mentre a destra si può proseguire per Valcona Sottana.
Difficoltà: facile
Tempo di percorrenza: 3h circa
Dalla Colletta delle Salse (1623 m s.l.m.), si inizia a salire lungo una mulattiera che lascia aperta una meravigliosa panoramica sulla Val Tanarello: si giunge sul Bric Scravaglion (1745 m), un picco proteso sulla valle dal quale è possibile ammirare, contemporaneamente, il panorama delle Alpi a nord e del Mar Ligure a sud.
Il percorso procede lungo la linea di crinale, dapprima inoltrandosi parzialmente nel bosco e successivamente aprendosi sulla radura di Cian de Selle (1640 m s.l.m.), un ampio prato lambito da larici e da numerose altre specie di conifere.
Proseguendo oltre, si entra nel Bosco Nero, così chiamato per il fogliame particolarmente fitto, e si esce sul Bricco di Pian Gelato (1600 m s.l.m.): uno spuntone roccioso dal quale, con un discreto strumento ottico e un po’ di fortuna, è possibile avvistare camosci sul versante esposto ad est.
Si scende ancora nel sottobosco per un breve tratto, sino alla Colla Bassa di Piancavallo (1545 m s.l.m.), altra radura di crinale aperta e soleggiata. Da qui il ritorno avviene sul medesimo tracciato dell’andata.
Difficoltà: media
Tempo di percorrenza: 4h
Dalla Chiesa di Santa Margherita di Mendatica (783 m s.l.m.) parte una mulattiera che segue il pendio del vallone, per poi salire dolcemente nel bosco; attraversato il ponte dei Gruppin si giunge dopo una serie di tornanti al Passu Serena: qui, una deviazione a sinistra conduce alla base del salto delle Cascate dell’Arroscia (1004 m s.l.m.), alto più di 20 metri.
Altro punto di partenza per le cascate è il borgo di Montegrosso Pian Latte (721 m s.l.m.), da dove si può raggiungere in auto il Pilone Sant’Antonino (906 m s.l.m.): qui parte il sentiero che attraversa il bosco, raggiunge e supera il torrente, congiungendosi all’itinerario proveniente da Mendatica, poco sotto le cascate.
Difficoltà: facile
Tempo di percorrenza: 1h circa
Dalle Cascate dell’Arroscia è possibile allungare l’itinerario percorrendo due diversi anelli:
1. dal Passu Serena si continua a salire fino ad un pilone votivo (1146 m s.l.m.), dove si incontra un bivio. Si lascia a sinistra il sentiero che sale alle case abbandonate di Poilarocca e si prosegue a destra in discesa (indicazioni per Cian Prai e Lago). Si passa presso una fonte e si continua fino alle Case Pian del Lago (1155 m s.l.m.), in parte diroccate. Si prende a destra una vecchia mulattiera a tratti cancellata dalla vegetazione, che costeggia le case e scende verso Mendatica. Si continua a scendere verso est lungo un costone e, con una serie di tornanti, si ritorna alla Chiesa di Santa Margherita;
2. al pilone votivo sopra le cascate si prende la deviazione sulla sinistra che conduce in salita a Poilarocca (1424 m s.l.m.), storica malga oggi abbandonata; da qui si sale fino alla SP del Colle Garezzo, per proseguire poi a destra verso Case Penna (1560 m s.l.m.) e San Bernardo di Mendatica (1263 m s.l.m.): dal Colle, una mulattiera riporta a monte dell’abitato di Mendatica, presso la cappella di San Rocco.
Difficoltà: facile (anello 1) / impegnativo (anello 2)
Tempo di percorrenza: 3h circa (anello 1, compreso arrivo alle Cascate) / 6h circa (anello 2, compreso arrivo alle Cascate)
Dal borgo di Rezzo (Valle Arroscia, a circa 10 km da Pieve di Teco), si segue in auto la strada che attraversa il centro abitato per addentrarsi subito dopo nella faggeta: dopo circa 11 km si arriva al Passo Teglia (1387 m s.l.m.), in posizione panoramica sulla dorsale Valle Arroscia-Valle Argentina.
Dal valico è possibile continuare a piedi lungo una mulattiera che in meno di un’ora giunge al Sotto di San Lorenzo e al Passo della Mezzaluna (1454 m s.l.m.), luoghi già frequentati in età preistorica (restano un menhir e coppelle sacrificali).
In altre due ore e mezza, percorrendo la via sterrata per le malghe dell’Alpe di Rezzo e una cresta erbosa con una spettacolare vista sulle Alpi del Liguri, si arriva al Monte Monega (1882 m s.l.m.).
Difficoltà: facile
Tempo di percorrenza: 3h e 30 min circa
Per questo tour panoramico in automobile si parte dal Colle di Nava e si attraversano i boschi delle Valli Negrone e Tanarello: dal Colle sulla SS 28 si scende a Ponte di Nava e si gira a sinistra per Viozene, in territorio piemontese; da qui si continua in direzione di Upega, fra le pareti rocciose della Gola delle Fascette.
Si lascia a destra il bivio per la frazione di Carnino e si continua lungo la strada scavata nella roccia, nel tratto più stretto e suggestivo della gola: affacciandosi (in sicurezza) sul torrente è facile individuare il punto in cui questo si presenta quasi asciutto a causa della presenza di un inghiottitoio.
A monte la valle si apre nella conca che ospita il borgo montano di Upega, poi la strada sale fra larici, abeti e faggi rientrando in Liguria, fino al Passo della Colletta (1623 m s.l.m.). Qui la vista offre un magnifico sguardo d’insieme della Val Tanarello, dove si può scendere alle malghe storiche di Le Salse e Valcona Sottana.
Superati Piaggia e la frazione di Monesi di Mendatica si arriva a San Bernardo (1263 m s.l.m.), sullo spartiacque fra Val Tanrello e Valle Arroscia: da qui si può proseguire per Mendatica e Pieve di Teco oppure tornare sul Colle di Nava seguendo la strada panoramica dei Boschetti.
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L'Alta Via dei Monti Liguri



I Grandi Trekking delle Alpi del Mare – Dal Colle di Nava al Colle di Tenda
L’affermarsi di una nuova sensibilità per la qualità della vita, il desiderio di stare a contatto con la natura e di riscoprire l’identità culturale e storica del nostro patrimonio stanno indirizzando all’attività escursionistica un numero sempre più consistente di persone.
L’emergenza epidemiologica ha inoltre creato i presupposti per un ulteriore aumento della richiesta di “turismo verde”, in particolare un turismo di prossimità, con incremento di accessi alle ‘case di campagna’ e il desiderio di immergersi nella natura, anche come antidoto alle ansie provocate dalla pandemia.
E’ stato quindi redatto un VADEMECUM con indicazioni e suggerimenti sulle normali PRATICHE DI SICUREZZA, NORME di COMPORTAMENTO e specifiche indicazioni per l’emergenza COVID-19. Il VADEMECUM fa seguito alle misure nazionali e regionali sulla cosiddetta Fase 2 “#RESTIAMOADISTANZA” e contiene indicazioni per la fruizione della RETE ESCURSIONISTICA REGIONALE (REL) e dei PARCHI REGIONALI destinate agli escursionisti, agli addetti ai lavori e agli Enti competenti.